PARAFRASI
(La poesia ha troppi riferimenti autobiografici per essere intesa e goduta, senza oparafrasi)
In Quel Questo giorno
(
Quattro Quattro) 4 Aprile

1) Premmi da terra per mio capitombo

2) e del suon d’Affori sentire lo rombo.

3) Dosare ’l bicchier col dono di Bacco

4) e occhi miranti per splendido tacco.

PREnder(M)MI DA TERRA dopo ogni CAPITOMBOlo,

Insegnarmi le canzoncine e le filastrocche come “il Tamburo principal della banda D’AFFORI” tanto da farmi perfino ascoltare il SUONO della banda e il ROMBO del suo tamburo

Vederlo versarsi quasi DOSANDOLO un bicchiere di vino ( il dono di Bacco) con occhio da intenditore che ama la vita

E con gli stessi OCCHI ammMIRANTI, perché esperti, ammirare ai bordi dei campi di calcio le mie azioni sportive, come uno SPLENDIDO colpo di TACCO

1) Memoria viva che fuggir non possa

2) Ch’è ’n fronte a me ne la mia vita prossa

3) Ire dal nom che mio consangue colga

4) e trarlo dal suol tutte volte volga.

Sono tutti flash di vita che rendono VIVA la sua MEMORIA, cosicché non POSSA FUGGIRe

PerCHé É iN FRONTE A ME (come il “sole”) per guidarmi NElLA MIA VITA PROSSimA e futura.

A partIRE DAL NOMe che porta (COLGA) mio fratello ENRICO sangue del mio sangue (MIO CONSANGUE) e anche del suo

Cosicché potrò TiRARLO su da terra (DAL SUOL), TUTTE le VOLTE che cadrà (riVOLGA la sua faccia al suolo) come faceva lui con me quando mi rialzava dopo i miei capitomboli.

(E la lettera “L” accompagna la dolcezza del gesto)

1) Non chiuso sguardo, ma raggio di luce,

 

2) Osserva fisso sua sposa che cuce.

 

3) Ritto aspettava il futuro nascente

 

4) e anche se steso Nuova Vita attende.

Lo sguardo che ho contemplato nella sua agonia, NON è uno SGUARDO CHIUSO,

È uno sguardo aperto da cui passa solo un RAGGIO DI LUCE mentre OSSERVA FISSO, in Silenzio, senza stancarsi, la SUA SPOSA CHE CUCE; e anche lei ha gli occhi socchiusi, nello stesso modo, per trovare meglio la cruna dell’ago mentre confeziona l’ennesimo maglioncino per i suoi nipoti.

(E la lettera “S” sembra quasi sussurrare il suono dello sguardo che è appunto il Silenzio della contemplazione.
Fin qui le immagini del passato impresse nella mia mente sono state rivissute dal mio cuore come fossero “presente”.
Ora il” tempo passato” gioca col ”tempo presente” quasi per introdurre l’eterno presente)

Mi sembra di vederlo in QUEL GIORNO, il Quattro Aprile, (quando è nata la zia Valeria) e poi ancora in QUEL GIORNO, un altro Quattro Aprile (quando è nata la mia mamma Rosamary).

Lo vedo stare RITTO come un nobile cavaliere (lui amava le ricerche araldiche e pare che Cominelli abbia origini spagnole) mentre ASPETTAVA IL FUTURO NASCENTE che si concretizzava nella nascita delle sue figlie

E adesso, in QUESTO GIORNO, allo scoccar di un altro Quattro Aprile, io lo guardo: non ha perso la sua nobile fierezza di cavaliere, E ANCHE SE STESO in un letto di morte, ATTENDE ancora La Vita, la sua NUOVA VITA, questa volta, invertite le parti, tenuto per mano dalle sue figlie, fino all’ultimo respiro.

(e anche la sua posizione riTTa che aspeTTa il fuTuro e sTesa che aTTende la nuova viTa forma quasi una Croce in questi versi rappresentata appunto dalla lettera “T”): simbolo certamente di morte, ma dalla quale ci è stata donata la Vita)

1) Doppia vista vide succhiar mammella

2) nel mese d’April che ‘n suo dì gemella.

3) Eodem die per riviver momenti

4) Sustanze, mores et lor accidenti.

Come sono strani i giochi della provvidenza, due volte vide (DOPPIA VISTA VIDE) le sue figlie SUCCHIAR LA MAMMELLA, NEL MESE Di APRILE, che, come per un gioco, in un SUO stesso giorno (), ha i numeri GEMELLI (04/04 Quattro Quattro) quasi a render gemelle le stesse Valeria e Rosamary almeno di giorno e di mese.

(II primo verso sembra gemellare egli stesso attraverso la ripetizione delle “doppie” PP VV CC MM LL)

ed eccolo allora arrivato QUEL GIORNO che è anche QUESTO GIORNO che è lo stesso giorno, il medesimo, unico giorno (EODEM DIE) preparato da Dio PER RIVIVERE i MOMENTI di tutta una vita come se fossero raccolti, in un unico attimo di eterno presente,

con tutti, i loro particolari (LOR ACCIDENTI) anche il minimo, come il primo sorriso, il primo bacio, la prima o ultima lacrima, il primo o ultimo respiro, e insieme la loro SOSTANZA, cioè l’amore, la speranza, la fede unita al dolore di cui ogni segno terreno è… Ricco.

1) A figlie il regalo, forse il migliore

 

2) Porsi gioioso in mano al Signore.

 

Massimiliano

(ed ora la ripetizione dei 4 versi per 4 quartine (4x4), lascia il posto agli ultimi 2 versi dedicati alle 2 figlie alle soglie del loro compleanno il 4/4 appunto…)

E QUI LA PARAFRASI NON SERVE PIÙ:
il cuore ascolta, il pensiero diventa preghiera…
La fede trasforma l’ultimo respiro, sigillo della morte, in un regalo, in un dono di Vita…
della vita che continua in terra e della Vita che comincia in paradiso accoccolata nella stessa mano da cui ha avuto origine.

Manca un quarto a mezzanotte, sta per iniziare QUESTO GIORNO,
un altro Quattro Quattro (4 Aprile) proprio come QUEL GIORNO e mi sembra di sentirlo:

« AUGURI VALERIA, AUGURI ROSAMARY,
ciao PEPPINA e GRAZIE,
per voi sia ancora un BUON COMPLEANNO: io dal cielo adesso rivedo QUEL vostro GIORNO natale.
Voi continuate pure a festeggiarlo, insieme con i vostri figli e con la nonna.
Dite una preghiera per me, magari davanti alla “Croce Di Luce” ricordando QUESTO GIORNO Natale: il MIO

Ciao Nonno Rico, arrivederci, anche a nome di

GIAN LUCA, MARIA LUCIA, ENRICO e di FEDERICA

 

La parafrasi è del Papà che ha interrogato il suo cuore e spera di avervi letto i sentimenti che le parole di Massimiliano vi han fatto echeggiare: parole composte in una poesia che racconta della morte senza mai nominarla, mentre fa respirare aneliti di VITA
Beato Il Papà (e il Nonno) che hanno la possibilità di leggere nel cuore dei figli cose così grandi.
Grazie Dio per il dono di Massimiliano Mariano e dei suoi fratelli.
Accogli nel Tuo regno e dona la Tua Pace Eterna a Enrico il papà della mia Rosamary che, anche attraverso di lui, mi hai donato.

Giando